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Il Monastero di Sant'Alfonso de' Liguori |
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Il Complesso Monastico unitamente alla Monumentale Scalinata (con cui vi si accede) rappresenta, per bellezza e maestosità il monumento più significativo del paese (dopo la Torre). Infatti, dalla fondazione stessa del paese, nel 1300, intorno alla Torre, il 1700 (epoca di costruzione del complesso momastico), con l'Illuminato Marchese Don Bartolomeo Rota, feudatario del tempo, fu un periodo di grande fervore per Colletorto, che oserei definire "Rinascimento colletortese". |
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Il Monastero, detto comunemente anche Convento, situato alla sommità della monumentale scalinata, quasi a prosecuzione dell’ampio corso, fu costruito a partire dal 1730 per volere del Marchese Don Bartolomeo Rota, con l'approvazione del Vescovo di Larino, Monsignor Giovanni Andrea Tria. Lateralmente alla facciata della chiesa, su una modesta porticina, possiamo osservare un finestrino rotondo, in pietra, su cui il marchese ha fatto incidere in suo nome, a devozione. |
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Il nuovo convento sostituì uno precedente più piccolo dedicato a Santa Maria del Carmine, abitato dai Carmelitani Scalzi.
Il luogo dove è stato ricostruito il convento era completamente separato dal nucleo abitativo del paese originario sorto intorno alla Torre.
Gran parte dei palazzi che collegano oggi il vecchio abitato con il monastero, e che delimitano l’ampio corso alberato (foto sottostante), sorgeranno a partire dalla fine del 1700.
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Il Complesso monastico, realizzato nel 1700, è un edificio notevole per le dimensioni esterne e per gli spazi interni. Come altri monasteri a pianta quadrangolare, al suo interno vi è il chiostro con il pozzo centrale.
Sull’ampio corridoio che circonda il chiostro, affacciano i vari ambienti del piano inferiore, usati come aule al tempo dell’educandato. Nel periodo della sua costruzione, vi dovevano essere spazi per la preghiera e per i servizi. Notevole è il refettorio con affreschi di pregio raffiguranti scene conviviali del Vangelo, tra cui l’Ultima Cena e il Ricco Epulone: opere del pittore molisano di Oratino Paolo Brunetti che le ha eseguite nel 1737 (anno delle sua morte).
Al piano superiore aveva numerose celle per i monaci, poi divenute camerate per le educande e ambienti riservati per le suore. Anch’essi si affacciano sul chiostro ma hanno anche aperture verso l’esterno dell’edificio religioso, con balconcini realizzati in tempi successivi.
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Il Regio Educandato Femminile presso il Momastero |
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Quello che ha caratterizzato, per quasi un secolo, questo complesso monastico è l’istituzione, in continuità con il Conservatorio, dell’Educandato Femminile. Pur nel cambiamento degli ordini monastici e della istituzione, la denominazione è rimasta la stessa.
Dopo le suore Liguorine, vi operarono le Stimmatine e, dal 1953, le Immacolatine, che, nel 1959 vi istituirono l’Istituto Magistrale Parificato, chiuso poi nel 1992 insieme al convento.
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Foto precedenti al sisma del 2002 | ||
Il Chiostro con il Pozzo |
Momenti ricreativi in occasione di convegni | |
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Il Campanile visto dal chiostro |
Balconcini affaccianti sul chiostro | |
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Scalone di accesso alla camerate |
Statuetta di... | |
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Camerata |
Servizi | |
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Corridoio |
Giardino delle Monache | |
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La cucina |
Particolari | |
Il Refettorio con scene conviviali del Vangelo affrescate da Pietro Brunetti | ||
Il pittore muore a Oratino nel mese di dicembre del 1737, nello stesso anno in cui aveva portato a termine un ciclo di affreschi nel refettorio del Convento di Colletorto, al tempo intitolato a Santa Maria del Carmine. Lavori eseguiti, credo, su commissione del marchese Rota, il feudatario al quale fu concesso il complesso monastico nel 1729, da parte del vescovo di Larino Giovanni Andrea Tria, perché, a sue spese (del marchese), venisse trasformato in un convento da assegnare ai Francescani Minori Osservanti Riformati. Si tratta di una serie di lunette dipinte sulle pareti del refettorio con scene raffiguranti l’Ultima Cena, le Nozze di Cana, il Banchetto in casa di Simone, il Banchetto del ricco Epulone, il Convito di Baldassarre e le Allegorie delle Virtù | ||
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